A buon diritto, è l’equivalente vegetale del petite robe noire: una essenza di facilissima coltura e che sta sempre bene. Dappertutto. Perchè non provarla?
Già il fatto che essa appartenga alla famiglia delle rosaceae è una garanzia: fiore a cinque petali con stami in bella vista, tollera di buon grado terreni moderatamente siccitosi, si autogestisce serenamente se abbandonata a se stessa. Va da sé che se deciderai di offrirle qualche cura in più sarà ben gradita: non troppe però, perchè da vera appartenente della nobile stirpe delle rose, sa apprezzare – come una vera lady – un pò di sano rigore.
Le mire espansionistiche della Spiraea partono originariamente dalle zone dell’emisfero boreale a clima temperato, per poi espandersi in tutta Europa, America, e Messico; arrivando ad inerpicarsi perfino lungo i versanti himalaiani. Una propensione al viaggio, che l’ha portata sin dentro i nostri giardini, nei quali approda già dalla fine del ‘600, sotto il nome di S. Frutex.
Coltivare le Spiraea è estremamente semplice: posizione assolata, substrato di buona qualità, irrigazioni al bisogno. Somministrare una buona concimazione genererà nella tua Spiraea un profondo senso di gratitudine, che si tradurrà in copiosissime fioriture: durante il periodo autunnale intervenire con sostanze organiche quali letame pellettato o cornunghia, durante il periodo primavera/estate, somministrare concimi osmotici a lento rilascio.
La propagazione delle S. è altrettanto semplice: tramite i polloni che nascono dal ceppo radicale, mezzo talea prelevando durante l’estate porzioni semilegnose, o margotta.
Con una fioritura molto simile al biancospino, le varietà a fiore bianco, hanno man mano soppiantato questa essenza nei giardini in quanto non si ammalano di una pericolosa malattia: il colpo di fuoco batterico, la quale colpisce senza possibilità di rimedio alcune rosaceae (tra le quali appunto il biancospino). Si tratta di una malattia talmente devastante, da essere regolamentata dall’Unione Europea che l’ha inserita nell’elenco di patologie per le quali è necessario tenere le piante in quarantena, prima di varcare i confini.
Essenza perfetta per creare macchie e bordure, di essa esistono diverse varietà, con fioriture che virano dal bianco, ai toni di rosa, fuxia e rosso. Tra le più significative segnaliamo la S. x Arguta e la S. x Vanhouttei con fioriture bianco latte, stami gialli e bellissime ramificazioni arcuate che si prestano ad incorniciare vialetti, creando l’illusione di camminare tra le nuvole o la spuma del mare.
S. Japonica, ha portamento eretto, fiorisce in corimbi piatti e fitti nei toni del rosa, stami del medesimo colore. Una pianta che resiste talmente bene all’inquinamento, da venire utilizzata anche dalle amministrazioni comunali per il verde pubblico. Questo fatto però, non lo devi leggere come una mancanza di esclusività, ma come garanzia del fatto che ti trovi di fronte ad una pianta come poche.
La sapienza nel valorizzarla, creando atmosfera è tutta nelle tue mani.