Come si farebbe senza la Viola del pensiero? Bella, generosa, instancabile. Seguiteci in questo viaggio alla scoperta delle viole: dalla antica Grecia, ai giardini, all’erboristeria, alla profumeria e la pasticceria.
La viola è come il più fedele degli amici: se il cane è il miglior amico dell’uomo, ecco che la viola lo è del giardiniere; perchè questo fiorellino dalla parvenza delicata ha la caratteristica di stare bene dappertutto, e con i nuovi ibridi che fioriscono dall’autunno sino a primavera inoltrata, potrai godere sempre di compagnia fiorita e della migliore qualità.
“Rustica” la definisce la Royal Horticultural Society, perchè la nostra viola è un tipo che resiste e persiste, tollerando di buon grado nevicate e temperature rigide, non demorde mai e lascia sempre tracce del suo passaggio, grazie alla capacità di autodisseminarsi spontaneamente.
La sua storia
All’inizio era “Viola Odorata” o “Mammola”, ovvero la piccola viola che fiorisce già alla fine di febbraio e che ingioiella il sottobosco. Amatissima sin dalla antichità, incontrò da subito i favori del genere umano che iniziò prestissimo a cercarle e coltivarle.
Le prime tracce storiche documentate, ci vengono dai greci i quali apprezzavano talmente le qualità di questa pianta che la fecero addirittura diventare il fiore favorito da Zeus. La leggenda narra che egli, da impenitente donnaiolo si innamorasse di una splendida fanciulla – la povera Io – e che per difenderla dalle furie della moglie Era, pensò bene di trasformarla in una mucca.
Non ci è dato di sapere cosa ne pensasse la malcapitata della trasformazione, ma ecco che Zeus prodigo di attenzioni, ordina alla Terra di produrre del cibo prelibato per nutrirla. Nacquero così le viole.
Da soave spuntino a messaggera d’amore: la Viola del Pensiero il cui nome deriva dal francese “Pensée” ed era uso comune utilizzare questi fiori per essere ricordati dalle persone più care.
La incontriamo anche in letteratura grazie a William Shakespeare, che da vero inglese amava le piante ed era legato alla loro simbologia. Esso ne parla nell’Amleto e nel suo straordinario “Sogno di una notte di mezza estate”, nel quale la Nostra diventa filtro d’amore, facendo innamorare la Regina delle fate Titania di un asino.
Conosciamola meglio, la coltivazione
Premesso che stiamo parlando di una pianta dotata di grandissima adattabilità, di altrettanta vitalità e che perdona molti errori di coltivazione: operiamo però un piccolo distinguo che consentirà di ottenere i risultati più soddisfacenti.
Viola mammola: esposizione mezz’ombra, terreno ricco e ben drenato. Terreno sempre fresco.
Fioritura fine inverno, inizi primavera. Concimazione organica durante il periodo invernale con cornunghia o osmocote da somministrare prima del periodo di fioritura.
Viola cornuta tricolor: pianta originaria della zona dei Pirenei, prende il nome dallo sperone nettarifero che si può vedere sul retro del fiore. Varietà molto versatile, da essa si sono ottenuti infiniti ibridi, che la hanno resa perfetta anche per la coltivazione durante il periodo invernale. Queste varietà orticole sono anche dette “Funny Faces” perché le fioriture ricordano effettivamente delle faccine sorridenti.
Substrato formato da terriccio universale, buon drenaggio ed esposizione mezz’ombra: anche sole dove non troppo caldo. Trattandosi di una pianta che rifiorisce instancabilmente, nutrire costantemente impiegando concimi osmotici a lento rilascio, con buona percentuale di potassio per supportare la fioritura.
Togliere man mano lo sfiorito senza lasciare che la pianta vada a seme, servirà a prolungare la stagione della fioritura, mantenendola in salute ed in ordine: lo sfiorito si elimina tagliando lo stelo alla base.
Viola del pensiero: ibridi che necessitano di esposizione mezz’ombra, substrato ricco e ben drenato. Terreno sempre fresco senza eccedere per non incorrere nei marciumi radicali. Nutrire costantemente con concimi osmotici a lento rilascio, con un buon tenore di potassio per supportare la fioritura.
Come per la V. Cornuta, togliere lo sfiorito, stimolerà la pianta a produrre nuovi fiori.
Ne voglio ancora
La propagazione avviene per seme in primavera o in autunno, per talee di germogli basali non fioriferi in estate, oppure per divisione del ceppo in autunno.
Il consiglio
Dopo aver acquistato le tue piante, non lasciarle nel vaso di coltivazione, ma ponile in piena terra o in un vaso più grande: in breve tempo la pianta aumenterà le sue dimensioni e migliorerà anche la sua salute.
Sfilala dal vaso con delicatezza e abbi cura di interrompere la spiralizzazione delle radici le quali avranno completamente ricoperto il pane di terra (in caso contrario attenzione: significa che la pianta è molto giovane e pertanto dovrai lasciarla nel suo vaso originario, in attesa che completi la radicazione) praticando qualche taglio verticale lungo il diametro e tagliando il fondo.
Quando metti a dimora, ricorda di premere sempre molto bene la terra attorno alla tua piantina: le radici non devono entrare a contatto con l’aria e facendo così, favorirai la nuova radicazione.
In erboristeria
La Viola Odorata trova ovviamente largo impiego nella fitoterapia, ed attualmente sono al vaglio le sue proprietà antitumorali, in quanto è una pianta depurativa.
Parti utilizzate: foglie, fiori ed olio.
Proprietà: erba amaro-dolciastra, mucillaginosa, rinfrescante, depurante, diuretica, antisettica, espettorante, anticancerogena.
Serve per: bronchiti, catarro, tosse e asma. Infezioni alla bocca e alla gola.
In cucina
Fiore edule per eccellenza: dalle golose e preziose violette candite, simbolo di una pasticceria d’alto livello, alle caramelle dal delicato colore lilla, sino alle insalate dove tutte le varietà di V. vengono ampiamente utilizzate per arricchire di gusto e colore.
In profumeria
L’essenza delle viole è stato uno dei profumi più utilizzati nel passato, favorito da regine ed imperatori come Napoleone, il quale lo trovava irresistibile: per questi motivi la viola veniva coltivata allo scopo di trarne l’essenza dolcemente cipriata e muschiosa.
Nel 1893 venne sintetizzato in laboratorio lo “ionione” ovvero il principio aromatico: da quel momento l’essenza diventò di uso comune, senza più essere solamente un privilegio dei più ricchi.
In ultimo
Una piccola curiosità legata alla loro biologia: i semi tondeggianti, sono dotati come di una coda denominata elaiosoma, fatta di grassi di cui sono ghiotte le formiche.
Queste ultime raccolgono i semi, trasportandoli sotto terra e dopo aver mangiato tale prelibatezza, li abbandonano nel terreno contribuendo a disseminare la pianta.
Circondarsi di viole è sempre un’ottima scelta, ed all’inizio dell’autunno equivale a fare scorta di bellezza e di colore per tutti i mesi a venire e scoprirai il piacere di non considerare più l’inverno come una stagione grigia.