La primavera apre le porte alle tantissime fioriture che animeranno fino all’autunno i vostri giardini e gli spazi verdi. Tra queste quella del Glicine suggestiva a grappoli e particolarmente fitta: inizia tra breve per durare diverse settimane.
Wisteria
Nel linguaggio botanico: Wisteria nutt è un genere di piante rampicanti della famiglia delle Fabacee note col nome comune di glicine. Tra le specie più comuni, la Wisteria sinensis, originaria della Cina, denominata anche glicine comune, e la Wisteria floribunda, proveniente dal Giappone. La prima raggiunge dimensioni ragguardevoli, che possono anche superare i 30 metri, è molto vigorosa e fiorisce in aprile-maggio. La seconda invece può arrivare al massimo ad un’altezza di 10 metri e ha una fioritura più tardiva, generalmente nel bimestre maggio-giugno. Le Wisteria crescono avvolgendosi attorno a qualunque supporto sia in senso orario (come W. floribunda) sia in senso antiorario (W. sinensis).
Fiori e frutti del glicine
In primavera i glicini fioriscono in grappoli di fiori lilla, profumatissimi, che sbocciano in successione, dando origine ad una fioritura prolungata, che si protrae per alcune settimane. Molto apprezzati da secoli in Europa, in effetti provengono principalmente dalla Cina e dal Giappone. La specie più coltivata è sicuramente la Wisteria sinensis, di origine Cinese.
I semi di tutte le specie di glicine contengono alti livelli di wisterina e sono particolarmente tossici. I frutti sono dei legumi e contengono semi velenosi. Tutte le parti della pianta contengono una saponina chiamata wisterina, che è tossica. I semi di glicine hanno causato avvelenamento in bambini e animali domestici in molti paesi, producendo gastroenterite da lieve a grave e altri effetti.
Molto bello ed elegante il glicine è anche una pianta di facile coltivazione, a patto di poter disporre di un ampio spazio dove farlo sviluppare. Infatti si tratta di rampicanti molto vigorosi e longevi, che possono sviluppare i loro sottili rami per alcuni metri in una sola stagione vegetativa. Come la vite, il glicine ha un fusto flessibile che necessita di un sostegno per poter proliferare.
Messa a dimora
La coltivazione del glicine, tutto sommato semplice, richiede però alcune attenzioni. Questo arbusto può essere piantato in vaso o in piena terra. Poiché tende ad espandersi moltissimo se messo a dimora nel terreno, è necessario assicurarsi che abbia spazio adeguato al suo sviluppo. L’esposizione in pieno sole è ideale, ma essendo la pianta molto versatile, può essere piantata anche in mezz’ombra o in ombra totale. Da segnalare che in quest’ultimo caso la fioritura sarà rallentata. Da tenere in particolare considerazione invece le caratteristiche del terreno: ideale che sia morbido, e ricco di materiale organico. Non vanno bene i terreni calcarei, infatti le radici non riescono ad assorbire il ferro che vi è contenuto.
Nel terreno
Per quanto riguarda l’impianto, il glicine può essere messo a dimora durante tutto l’anno, ma il periodo migliore per farlo è l’autunno o l’inverno, entro il mese di marzo. Per la piantagione nel terreno, si scava una buca del diametro di almeno 50-60 centimetri, con un fondo di ciottoli e argilla espansa, unendo al terreno del letame e 200-300 grammi di concime a lenta cessione. Una volta piantato occorre irrigare abbondantemente, accertandosi che la zolla che abbiamo trapiantato dal vaso sia effettivamente bagnata. Per evitare i danni prodotti dalle radici, si può interrare un foglio di plastica della lunghezza di circa due metri per 1 metro di profondità nella direzione in cui non vogliamo che attecchiscano, costringendole a prendere altre direzioni.
In vaso
Se invece si decide di coltivare il glicine in vaso, dobbiamo utilizzarne uno che abbia una larghezza di almeno 60 cm e un’adeguata profondità. Dopo qualche tempo la pianta divorerà letteralmente tutta la terra a sua disposizione. A questo punto bisogna intervenire, perché il glicine non potrà più trarre né acqua né sostanze organiche per il suo sviluppo asportando circa 1/3 delle radici e, potando la pianta in maniera tale che l’apparato radicale sia sufficiente a nutrirla. Si versa nuovo terriccio universale e si rinvasa, legando il glicine ad un sostegno. Dopo qualche anno, comunque, il glicine andrebbe messo a dimora in piena terra.
Manutenzione
Innaffiatura: nel periodo successivo alla messa a dimora, il glicine va innaffiato abbondantemente. In seguito, si potrà innaffiare meno e sarà sufficiente l’acqua piovana. Se invece il glicine è stato piantato in vaso, andrà innaffiato ogni 2-3 settimane.
Concimatura: nei primi due o tre anni di vita, il glicine andrà concimato abbondantemente con fertilizzanti ricchi di azoto, fosforo e potassio. L’ integrazione con l’azoto è poi da eliminare: la pianta, come tutte le leguminose, è in grado di autoprodurre questo elemento che se aggiunto ulteriormente potrebbe comprometterne la rigogliosa fioritura.
Potatura: per ottenere un risultato più gradevole e armonico, il glicine va potato due volte l’anno: alla fine dell’inverno, entro febbraio e durante il periodo estivo.
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