Declivi interamente ricoperti di Girasole infondono allegria e serenità. Per quale motivo quindi estraniarli dal Giardino? Lontani dai luoghi comuni.
Ovviamente, visto il soggetto dotato di una “personalità” molto marcata, sappiamo che non si presterà mai a decorare il tuo attico con pavimento in tek, fioriere in cor-ten e graminacee. D’altronde una delle cose più belle del giardinare è creare atmosfere ed armonie: ogni essenza al posto giusto.
Ma torniamo a noi, perchè volevamo dirti di non sdegnarle considerandole piante troppo rozze: a saperle utilizzare sono in grado di creare effetti stupefacenti, creando una altissima selva fiorita nei toni dell’oro.
Il nostro girasole, il cui nome botanico (che sarebbe carino tu conoscessi…) è “Helianthus“, fu una delle prime conquiste botaniche arrivate dal Nuovo Mondo: giunto in Europa dai grandi spazi assolati di Perù e Messico, il primo H. dovrebbe essere sbocciato nella terra natia dei “conquistadores” e per la precisione a Madrid verso il 1562. Da lì arrivò immediatamente a Firenze, principale città trendsetter dell’epoca, nella quale venne immediatamente apprezzato inizando a sua volta la conquista dell’Europa.
H. e sole, formano un binomio indissolubile, sia per le similitudini legate all’aspetto, sia per il fatto che la pianta è dotata del famoso eliotropismo, fenomeno botanico per il quale il girasole segue il sole muovendosi su se stesso assecondando il movimento terrestre, caratteristica che gli ha valso il nome di “Girasole” il quale in precedenza, era stato battezzato come “Chrysanthemum Peruvianum” e successivamente come “Corona Solis”.
Il nostro “Fior del Sole” inoltre, possiede una lunga serie di caratteristiche che a buon diritto hanno fatto prosperare la sua coltivazione lungo tutto il pianeta, perchè il suo utilizzo va dai rimedi fitoterapici, all’alimentazione, alla produzione di carta, di tinture, e combustibile.
Come crescerlo
Di facilissima coltura: non a caso si tratta di una delle primissime piante date ai bambini in procinto di coltivare la prima piantina. Da posizionare (ovviamente) in pieno sole è di scarse pretese relativamente la qualità del terreno, necessita di molta acqua e di concimazione costante: come tutti i giganti infatti, consuma molte energie. A tale proposito, consigliamo di preparare già dall’autunno il terreno ove andranno messi a dimora, ammendandolo con concimazioni organiche, e durante tutta la stagione di vegetazione somministrare concimi granulari a lento rilascio per supportare la fioritura e processi vitali.
La propagazione, avviene mediante semina da marzo ad aprile a seconda del clima.
Alcune varietà
Dal classico H. Annuus, col tempo si sono create nuove varietà: abbiamo ibridi di diverse dimensioni, ed adatti per coltivazioni in fioriera. Varietà col fiore doppio o a pom pom, nei toni dell’arancio, col capolino marrone (“Valentine”), con la corolla sfumata (“Ring of fire”).
Una specie endemica, è H. Tuberosus o Topinanbur, il quale si trova da fine estate sino ad ottobre nei prati di buona parte della penisola. Interessante per le grandi dimensioni e per la classica fioritura gialla, esso è ampiamente utilizzato in cucina dove se ne utilizza il rizoma, dal sapore che ricorda quello del carciofo.
Nell’arte
come non ricordare il posto occupato nell’arte, grazie a Vincent Van Gogh poeta nell’arte della pittura, ma costantemente tormentato dai suoi demoni interiori; dipingendo cercava consolazione, un attimo di risurrezione e di pace. Dai suoi quadri, un giorno fiorirono assoluti capolavori della pittura universale, con un intero “ciclo” di pitture dedicate ai “Girasoli”. Per una intera estate esso dipinse dipinse girasoli, nei diversi stadi di vegetazione: dal boccio sino all’appassimento. Una piccola parentesi che lo vide felice, e della quale ci rimane un dipinto del caro amico Paul Gaughin, il quale lo raggiunse presso la sua casa di Arles, e che lo immortalò mentre – forse – sereno, dipingeva i suoi girasoli.
Ora, puoi ancora pensare che il Girasole sia una pianta da utilizzare solo per scopi agresti, ma pensiamo di averti fornito più di qualche buon motivo per provare a coltivarlo. Se cerchi qualcosa che ti faccia ridere il cuore ogni volta che vi posi sopra lo sguardo, vai sul sicuro, coltiva girasoli.
“Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce”.
Eugenio Montale