Corylus avellana

Bello e buono, il massimo secondo i canoni di perfezione rinascimentale; questa pianta oltre ad arricchire il giardino entra anche in cucina e lo fa in grande stile.

Pianta originaria dell’Asia Minore, in Italia ha trovato un clima particolarmente favorevole ed è coltivata con successo in diverse zone, con frutti talmente buoni da essere insigniti del marchio I.G.P. Identificazione Geografica Protetta come la nocciola piemontese, o “Tonda delle Langhe“; oppure la “Tonda di Giffoni” originaria della Campania.

Appartenente alla famiglia delle Betulaceae il nome botanico le venne ufficialmente conferito da Linneo nel 1753: esso deriva dal greco antico “kopic” che significa “elmo” con riferimento alla tipica forma dei gusci delle nocciole, mentre “avellana” deriva letteralmente da Avella, località in provincia di Avellino famosa per la produzione di nocciole sin dall’epoca romana: col termine “nux avellana” si identificava infatti la nocciola.

Botanica minima
Pianta monoica: significa che sulla stessa pianta sono presenti sia fiori maschili che femminili; in questo caso i fiori maschili assumono la denominazione di “amenti” e sono infiorescenze pendule, mentre quelli femminili sono molto piccoli e simili ad una gemma i quali al momento giusto lasciano fuoriuscire piccoli ciuffi di stimmi rossastri per accogliere il polline.
Polloni: si tratta di ramificazioni le quali partono dalla base e talvolta dalle radici della pianta. Tutte le piante pollonanti sono caratterizzate da facilità di sviluppo e propagazione.
Brattee: foglie modificate, che in questo caso avvolgono il guscio della nocciola.
Cordato: significa “a forma di cuore”, e si dice a proposito del fogliame.
Riproduzione agamica: riproduzione della pianta per via asessuata (non da impollinazione, non da seme).
Micorriza: si tratta di un processo simbiotico che avviene tra un fungo e le radici di una pianta, nel quale ambo le parti traggono giovamento.

Come lo coltivo
il C. è una pianta estremamente adattabile, rustica e la caratteristica di espandersi tramite polloni la rende un’ottima colonizzatrice delle zone incolte. Pianta decidua, portamento cespuglioso, fogliame grande e cordato.
Predilige posizioni di mezz’ombra, terreno fresco, ben lavorato e ricco di sostanza organica, inoltre per garantire una ricca produzione di frutti sarà bene intervenire con concimazioni ricche di fosforo e potassio.
La potatura deve essere fatta annualmente per ripulire la pianta dai rami secchi o spezzati, e dai polloni che crescono sempre vigorosi. Ogni 7/8 anni intervenire in modo più consistente accorciando la vegetazione sino a 25/30cm. da terra applicando la cosiddetta “potatura di ringiovanimento” che ha lo scopo di rinnovare per intero la vegetazione della pianta.
Per avere un buon raccolto, è fondamentale effettuare l’impianto di più esemplari per consentire l’impollinazione incrociata.
Il nocciolo è una pianta molto sana, tuttavia può essere soggetta ad avversità come il mal bianco (oidio) o attacchi di afidi (pidocchi). Contro l’oidio effettuare trattamenti preventivi a base di ossicloruro di rame, o curativi a base di zolfo. Per gli afidi  somministrare un prodotto chimico a base di deltametrina+imidacloprit o di origine naturale come il piretro.

Ne voglio ancora
la riproduzione può avvenire tramite seme, pollone, margotta ad archetto o talea; in coltura ovviamente le tecniche più diffuse sono le riproduzioni agamiche, ovvero:
Pollone: in autunno si scalza un pollone radicato, e lo si mette a dimora nel luogo prescelto, facilitandone l’attecchimento
rincalzandolo con un buon terriccio universale.
Margotta ad archetto: a primavera si prende un ramo lungo e flessibile, lo si interra per una parte e l’altra la si lascia fuoriuscire dal terreno tutorandola con un sostegno. La propaggine emetterà radici avventizie, ed a completo attecchimento si procederà a tagliare il collegamento con la pianta madre.
Talea: servono rami di un anno lignificati, per fare questo bisogna attendere la fine dell’estate (agosto) e prelevare porzioni lunghe circa 10 cm. Togliere le foglie in eccedenza e dimezzare quelle apicali. Porla a radicare in un luogo protetto dall’eccessiva esposizione al sole, in un composto di terriccio universale, sabbia ed agriperlite. Accertarsi che il terreno non asciughi mai completamente, pur senza eccedere causando la marcescenza della talea.

C’è Corylus e Corylus

Corylus Avellana “purpurea”: fogliame rossastro;
Corylus Avellana “contorta”: si caratterizza per la forma dei rami, vistosamente contorti che in inverno diventano uno splendido punto di interesse;
Corylus Avellana “Red Majestic”: varietà recente, presenta un fogliame dai toni rossi e ramificazioni tortuose.

A margine: un pò di magia..
presso i Celti la nocciola simboleggava niente meno che la saggezza interiore. Una leggenda irlandese, narra di un luogo chiamato “Pozzo di Connye” dove erano custoditi i rami dei “Nove noccioli dell’arte poetica”; cibandosi dei loro frutti si sarebbe aquisita bellezza e sapienza.
Sempre la tradizione celtica, gli attribuisce potere divinatorio con la caratteristica di svelare “ciò che è nascosto”. Tradizionalmente la bacchetta dei rabdomanti è realizzata in legno di nocciolo.

Tappa obbligata: la cucina
Le nocciole sono prodotte dalla pianta a primavera, e vanno lasciate maturare sulla pianta sino al termine dell’estate quando si darà inizio alla raccolta: in questo caso non possiamo assolutamente omettere di parlare del suo impiego in cucina. Perchè la squisitezza della nocciola, la rende presenza fondamentale ed irrinunciabile nell’arte dolciaria di tutto il mondo: in Italia è l’elemento fondamentale per ottenere il cioccolato Gianduia, le creme spalmabili come la Nutella (dall’inglese “nut” nocciola..),i baci di dama, il gelato.
E’ consolidato che addizionare qualsiasi prodotto dolciario con la nocciola o il suo aroma, ne aumenta immediatamente l’appetibilità.
Ulteriormente il nocciolo con il suo apparato radicale ricco di micorrize favorisce la produzione del tartufo sia bianco che nero.

Dal giardino al frutteto al sottobosco; dalle tavole della antica Roma alle leggende celtiche, e poi le foglie verdi, rosse, le  ramificazioni tortuose che arricchiranno il tuo paesaggio invernale, e il sapore dei frutti..
Sarà per via di quell’aroma dolce dalla fragranza limpida, a tratti muschiata; un sapore che racchiude tutti i segreti del sottobosco e della luce del sole; sarà per questo che il nocciolo accompagna la storia dell’uomo sin dai suoi albori.

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