Coltivare frutti antichi vuol dire riscoprire il gusto delle varietà antiche, che è da sempre la nostra vocazione. Anni di ricerca botanica per offrirvi un’ampia varietà di frutti poco conosciuti ma di grande soddisfazione sia per il palato sia perché più resistenti ai parassiti. A breve li potrete piantare a radice nuda nei vostri giardini.
Qui la nostra ricerca botanica
I frutti antichi
Appartengono a quella categoria di piante dai nomi a volte poco conosciuti e che difficilmente si trovano sul banco del fruttivendolo. I loro frutti non sono belli, sono spesso di forma irregolare con una buccia opaca e ruvida, ma offrono tanti altri vantaggi: sono robusti, ricchissimi di vitamina C e rappresentano un concentrato di sostanze nutritive e antinvecchiamento.
Sono più robusti di quelli che abitualmente popolano i banchi dei mercati contemporanei, perché un tempo si selezionavano le piante in base alle loro capacità di resistenza ai parassiti – i nostri nonni non avevano i moderni anticrittogamici per difenderli dalle infestazioni -, oggi lo si fa in base alle pezzature e all’aspetto che deve essere il più possibile accattivante e “opulento”.
Sono spesso anche di minore dimensione: mele, pesche, pere, susine sono più piccole e più rustiche. Ci sono anche frutti da nomi poco conosciuti come il corniolo, azzeruolo, mirabolano, cotogno e rientrano nella rassegna pure i frutti piccoli più noti come frutti di bosco: lamponi, more, mirtilli, fragole…Insomma la scelta è vastissima. La natura, come sempre non finisce mai di stupire quanto a varietà
Guardate la nostra offerta: non avrete che l’imbarazzo della scelta!
Perché coltivare frutti antichi
Ci sono tanti motivi per sceglierli: hanno meno problemi di resistenza ai parassiti e sono più adatti alle coltivazioni biologiche. Le varietà locali, ben note (pere, mele, pesce, susine), si sono adattate nel tempo alle condizioni climatiche del luogo, promettendo quindi un attecchimento ottimale.
Coltivando frutti antichi contribuiamo a conservare la biodiversità che è un elemento distintivo del nostro patrimonio agroalimentare e ci permette di avere sapori “esclusivi”, che non si trovano in altri luoghi. L’Italia è uno dei paesi al mondo più ricco di varietà nelle coltivazioni destinate all’alimentazione. La biodiversità è poi importante per l’equilibrio ambientale: se il frutteto si arricchisce di specie differenti diventa più resistente. E’ una promessa di longevità delle coltivazioni a tutto favore delle generazioni future.
Per quanto riguarda invece gli aspetti del mercato, guardando all’agricoltura professionale, i frutti antichi si differenziano dalla frutta più comune e possono, per la loro originalità, riscuotere particolare interesse.
Dal punto di vista nutrizionale poi, i frutti antichi spesso hanno ottimi contenuti di vitamine superiori a quelli della frutta “moderna” e permettono di variare la nostra alimentazione introducendo cibi diversi, che ci possono portare innumerevoli benefici.
Non è sempre facile poterli acquistare, spesso infatti la distribuzione predilige specie e varietà più convenzionali. Noi invece ve li proponiamo. Da anni ci concentriamo sulla ricerca botanica per valorizzare piante antiche, per poterne riscoprire i colori e i sapori. Abbiamo fatto della conservazione e rdel ecupero di queste specie la nostra vocazione più autentica e possiamo offrire una gamma di frutti antichi davvero eccezionale.
Venite a trovarci in vivaio e visitate lo shop on line. Rimarrete stupiti da quello che è possibile scegliere.
Tra i top di gamma di queste coltivazioni della tradizione vi segnaliamo tre varietà veramente degne di attenzione.
Pera cocomerina
Pera Briaca, Pera Cocomera o meglio ancora, Pera Cocomerina, Il nome deriva dall’intenso colore rosso cocomero della sua polpa quando giunge a maturazione e il diminutivo dalla sua piccola dimensione. Cresce sull’Appennino Cesenate ed in particolare a Ville di Montecoronaro, piccolo paese ai piedi del Monte Fumaiolo nel comune di Verghereto (FC) ed è coltivata solamente in questa ristretta area montana e pedemontana. I periodi di raccolta sono fine agosto e fine ottobre.
Questo frutto non è in realtà molto resistente e va consumato subito, quasi prima che cada per poterne godere appieno delle ricche sostanze nutritive. Ha un sapore intenso, dolce e profumato. Poiché sono difficili da conservare si consiglia di utilizzare le pere cocomerine per marmellate o liquori. Il loro sapore aromatico e dolce le rende particolarmente adatte a questo tipo di utilizzo.
Questo frutto è pure oggetto di una sagra dedicata: la Sagra della Pera Cocomerina che si tiene alle Ville di Montecoronaro nel mese di agosto.
Melo Antico
È un’antica pianta diffusa in Veneto. Molte delle varietà di questo melo sono rare e difficilmente trovabili in commercio. La buccia di questo frutto è rugosa con lenticelle. La polpa è soda e croccante, con un succo aromatico e leggermente acidulo al tempo stesso. E’ pronta ora, in pieno autunno. Cresce ed è coltivata nella zona del Trevigiano e a Belluno. In passato era una varietà ricercata come primizia, veniva utilizzata soprattutto per conserve, mostarde e sidro.
Come tutti i frutti di una volta, è una varietà più resistente alle malattie rispetto a quelle moderne, per raccogliere il suo “sapore autentico” bastano pochi trattamenti. Il melo antico è un albero della nostra antica cultura contadina. Coltivarlo significa: preservare il patrimonio locale, e tramandarlo nel tempo.
Pesco Antico
E’ la nostra regione, L’Emilia Romagna, che ha il primato nella coltivazione di questo frutto apprezzatissimo in tutte le sue varietà. Purtroppo questo patrimonio, nella sua unicità, tipica del luogo, rischia oggi l’estinzione: i genotipi non sono più utilizzati dagli agricoltori nonostante le eccezionali caratteristiche qualitative. Il pesco era già conosciuto all’epoca dei romani e fino all’Ottocento era coltivato in filari lungo i margini dei campi. Le pesche noci, chiamate oggi nettarine, arrivarono invece in Italia più tardi, probabilmente nel ‘500. Alla fine dell’Ottocento a Massa Lombarda sono nati i primi frutteti veri e propri: le tre varietà coltivate erano S. Anna, Buco Incavato Precoce e Tardivo (denominato anche Tardivo di Massa).
Fino agli anni Trenta il Buco Incavato era la varietà di pesco più coltivata in regione. Ecco perché è stato istituito recentemente un Presidio Slow food a salvaguardia di questa varietà storica che grazie a progetti comprensoriali è stato reintrodotta come coltivazione locale e individuata in alcuni appezzamenti conservata dai frutticoltori