Antico tra gli antichi frutti, è il biricoccolo. Il nome è un po’ stravagante e la sua origine molto speciale: deriva infatti da un’ibridazione naturale. Vi vogliamo raccontare la sua storia.
Origine
Il biricoccolo è un antico albero da frutto chiamato anche susincocco per le sue caratteristiche intermedie tra susino ed albicocco.
La pianta, dal portamento per lo più arbustivo, appartiene alla famiglia delle Rosaceae ed è diffusa nella Cina Occidentale e nell’Asia centro-meridionale. La sua coltivazione in Italia, prevalentemente in Emilia, Lombardia e Veneto, risale al 1700. Ora la coltivazione del susincocco viene praticata solo in Campania e nei frutteti del bolognese. Data la difficoltosa gestione della coltura, la produzione per il largo consumo è stata abbandonata, ma il suo frutto è molto particolare: vale la pena averlo in giardino o in frutteto ed è facile da reperire nei vivai specializzati.
Ecco i nostri biricoccoli, tra le varietà, vi offriamo quelle più diffuse e rustiche che coltiviamo grazie alla nostra ricerca botanica:
- il biricoccolo gigante: coltivato nel bolognese (Budrio), produce frutti molto grandi e più succosi delle albicocche,
- il biricoccolo vesuviano: coltivato nell’area vesuviana, produce frutti più piccoli ma gradevolmente aromatici al palato.
Le caratteristiche della pianta di biricoccolo
Il biricoccolo è un’antica varietà nata spontaneamente da un’ibridazione naturale tra un susino mirabolano Prunus cerasifera e un albicocco Prunus armeniaca.
I rami fitti e robusti, come quelli del Prugnolo, partono direttamente dalle radici e formano una fitta chioma a forma di piramide che può superare anche i 5 metri di altezza. La corteccia, che ricopre i rami adulti, è di colore scuro come nel Mirabolano. Le foglie sono larghe e dai margini dentellati, simili a quelle dell’albicocco e, prima di cadere, in autunno, diventano color giallo intenso dando vita ad uno spettacolare foliage.
I fiori
I fiori, di piccole dimensioni, riuniti in densi gruppi o grappoli, ricoprono interamente i rami. Hanno la corolla composta da 5 petali bianchi che incoronano gli stami. la pianta fiorisce tra marzo e aprile, prima della comparsa delle foglie.
I frutti
Il frutto è di dimensione media e ha un colore rosso vinaccia. La sua buccia ricorda alla vista quella delle susine. Al tatto invece, è vellutata come quella di un’albicocca e così anche il sapore: la polpa è succosa ed ha un caratteristico sapore dolce-acidulo, misto tra prugne ed albicocche mature. I frutti, chiamati anche prugne selvatiche, maturano in estate, da giugno a luglio, sono da consumare freschi: entro 4-5 giorni dalla raccolta, mantenendoli a temperatura ambiente. È anche possibile trasformarli in marmellate, sciroppi, gelatine inoltre sono ottimi anche nella grappa o sottospirito. La presenza di fibre, di flavonoidi e di vitamina C, li rende estremamente salutari: contrastano l’invecchiamento delle cellule e favoriscono la circolazione periferica.
Riproduzione
Il seme, racchiuso all’interno della polpa come quello delle susine, è oblungo, ma purtroppo è sterile. Ovvero nonostante il biricoccolo, abbia fiori con organi di riproduzione maschili e femminili, ha bisogno di avere vicino un impollinatore.
Coltivazione del biricoccolo-susincocco
Terreno e piantagione
Il biricoccolo cresce forte e vigoroso sia in terreni argillosi sia in quelli calcarei, va irrigato regolarmente dalla ripresa vegetativa in poi, per favorire la fioritura e la produzione dei frutti. In inverno entra in riposo vegetativo e non serve innaffiarlo.
Se ne consiglia la piantagione in buche ben lavorate, distanziate a 2,5-3 metri, alla fine dell’inverno o in autunno. Per poter fiorire e dare un’abbondante produzione di frutti, va coltivato in zone soleggiate. E’ resistente alle intemperie e alle temperature calde dell’estate e anche a quelle molto rigide dell’inverno anche molto al disotto dello 0°
Concimazione e parassiti
In autunno, basta interrare ai piedi della pianta dello stallatico maturo. In primavera, somministrare del concime granulare a lenta cessione ricco in fosforo (P) e potassio (K). A differenza delle altre Rosacee, ha un’elevata resistenza alle malattie fungine e a quelle batteriche. Raramente viene attaccato dalle cocciniglie. Se la primavera è molto umida e piovosa, può riportare infestazione da afidi.
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